Adolfo Wildt, uno straordinario e dimenticato artista milanese. La storia e le sue opere a Milano | Eventi Milano



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Perdendosi fra i bellissimi palazzi liberty di Porta Venezia, vi siete mai imbattuti in questa strana e curiosa scultura che riproduce un orecchio con tanto di padiglione auricolare, condotto uditivo e ciocche di capelli? 



Adolfo Wildt, uno straordinario e dimenticato artista milanese. La storia e le sue opere a Milano
Orecchio citofono a casa Sola-Busca, via Serbelloni, 10 - Milano


Ebbene, questa singolare scultura era un citofono attraverso il quale si parlava con la portineria.
Se non l'avete mai vista, potete ammirarla in via Serbelloni, 10 accanto l’ingresso del Palazzo Sola-Busca.

Il suo autore è Adolfo Wildt, scultore milanese nato nel 1868, genio dimenticato del Novecento e fra i più bravi, geniali e colti del XX secolo. Nacque in una famiglia umilissima, dovette lavorare sin da ragazzino, fu autodidatta ed apprese i primi rudimenti sulla lavorazione del marmo nella bottega di Giuseppe Grandi.

Lavorò a lungo per Franz Rose, un ricco latifondista prussiano, fu insignito di diversi riconoscimenti, apprezzato artista, celebrato da molti, fu considerato un genio nei primi anni del novecento, ma venne presto dimenticato e su di lui calò un assordante silenzio a partire dal dopoguerra. 




Adolfo Wildt, uno straordinario e dimenticato artista milanese. La storia e le sue opere a Milano
Autoritratto (Maschera del dolore) - Adolfo Wildt 1909
Museo di San Domenico, Forlì

Molti ritengono (probabilmente ingiustamente) che fu la sua vicinanza al fascismo (ritrasse, fra l’altro, Benito Mussolini in diverse opere una delle quali è conservata alla GAM di Milano) a farlo precipitare nell'oblio.
In realtà, più probabilmente, Wildt fu compreso poco dai suoi contemporanei. Il suo stile troppo moderno e troppo lontano dagli stereotipi del primo Novecento non gli consentirono di raggiungere la giusta fama nonostante fosse considerato un genio.


A Milano abbiamo la fortuna di poter ammirare diverse opere dell’artista che, seppur situate in luoghi accessibilissimi della città, sono poco conosciute.
Un po' perchè di Wildt si parla assai poco un po' perché, ad alcune sue opere, non si attribuisce la giusta importanza e forse, anche, la giusta collocazione.

La prima volta che abbiamo sentito parlare di Wildt è stato quando abbiamo scoperto, del tutto casualmente, una scultura in marmo di rara bellezza all'ingresso di un palazzo in Porta Venezia, Palazzo Berri- Meregalli in via Cappuccini, 8. 
Nell’atrio, costruito come l’antro di una caverna, campeggia la Vittoria Alata che il simpatico portinaio ci dice essere di Adolfo Wildt a cui fu commissionata intorno il 1918 proprio per adornare l'androne.

Da lì scopriamo che anche l’orecchio-citofono di casa Sola- Busca, detta anche Ca’ dell’Oreggia, è di Wildt...ah...lo sapete che se si sussurra un desiderio all’orecchio, questo si avvererà? 
(Noi non ci abbiamo ancora provato. Se dovessero avverarsi i vostri desideri, fatecelo sapere!)

Non lontano da casa Sola-Busca, nel giardino della Villa Reale di Milano, è celata, e forse dimenticata, un'altra scultura di Wildt. Si tratta di una trilogia, un tempo una grande fontana ora non più funzionante, con tre figure, il Santo, il Giovane ed il Vecchio. 
Il gruppo scultoreo è straordinario: forme perfette, di una grazia stupefacente, sguardi intensi e drammatici.
Guardare quest'opera è davvero emozionante.


Adolfo Wildt, uno straordinario e dimenticato artista milanese. La storia e le sue opere a Milano
Trilogia Il Santo, Il Giovane ed il Vecchio - Giardino Villa Reale, Milano
Foto: Paolo Vanadia



La Trilogia fu eseguita intorno al primo decennio del novecento quando Wildt era al servizio del mecenate prussiano Rose e che gli valse la vittoria del prestigioso Premio Principe Umberto alla Biennale di Brera, la stessa fu esposta alla mostra della Secessione di Monaco.

Questa splendida fontana si trova, ahimè, in un angolo nascosto del giardino, non è così facile notarla.
Ad aggravare, si fa per dire, la scarsa visibilità dell'opera c'è anche il fatto che i frequentatori abituali del giardino sono i bambini! Infatti qui vige una curiosa regola per cui gli adulti possono entrarvi solo se accompagnati da bambini...e si sa, i milanesi sono ligi alle regole! 


In questo percorso dedicato a Wildt abbiamo anche scoperto la gigantesca statua di bronzo raffigurante Sant’Ambrogio che calpesta i sette peccati capitali, alta più di 4 metri, situata presso il Tempio della Vittoria o Sacrario dei caduti milanesi in Piazza Sant’Ambrogio alle spalle della Basilica di Sant’Ambrogio.
Di questa mastodontica opera, ne esiste una copia in gesso sotto il portico del cortile principale dell'Università Statale di Milano.



Adolfo Wildt, uno straordinario e dimenticato artista milanese. La storia e le sue opere a Milano
Tempio della Vittoria - Monumento a Sant'Ambrogio
Foto: Alessandro Silvestri 
(Altre foto su http://www.flickr.com/photos/alexanderburana/)



Infine nel più grande museo a cielo aperto di Milano, il Cimitero Monumentale, si possono ammirare un paio di edicole opera di Wildt.
Approfittando delle visite guidate gratuite organizzate dal Comune di Milano e dai volontari del Servizio Civile, fatevi accompagnare a visitare la splendida porta in bronzo dell’edicola Korner su cui campeggia la scultura Affetto nel dolore, la drammatica scultura, La casa del sonno, del Monumento sepolcrale Bistoletti ed il Monumento dedicato al pittore Bonzagni, Ironia, satira, dolore, splendido gruppo scultoreo che raffigura e confronta tre maschere, quella funebre, la teatrale e quella psicologica. 


Altre opere di Wildt sono ammirabili presso la Galleria di Arte Moderna adiacente alla Villa Reale e alle Galleria d'Italia in Piazza Scala.

Adolfo Wildt, uno straordinario e dimenticato artista milanese. La storia e le sue opere a Milano
Edicola Korner al Cimitero Monumentale
Foto: Alessandro Silvestri
(Altre foto su http://www.flickr.com/photos/alexanderburana/)

Abbiamo speso poche parole per descrivere le opere di Wildt perché non si può descrivere un'emozione.
Lasciatevi rapire dalla città e scoprite nei volti delle sculture di questo genio del Novecento tutta l'intensità e la drammaticità degli sguardi...e, se vorrete, poi, raccontateci le vostre emozioni.

Giulia Minenna



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